6 Giugno 2025

Quanto guadagna un guardalinee di Serie A

Quanto guadagna un guardalinee di serie a

Molti appassionati di calcio si chiedono quanto guadagna un guardalinee di Serie A. La risposta parte da un dato preciso: ogni volta che un assistente arbitrale scende in campo per una partita di campionato percepisce circa 1.400 euro lordi. L’importo rappresenta il compenso base per singola gara, senza considerare tuttavia i rimborsi spese. Il dato proviene da fonti ufficiali come l’AIA (Associazione Italiana Arbitri) e viene confermato da portali specializzati.

Il numero di partite varia a seconda della stagione, delle designazioni e delle prestazioni dell’assistente. In un anno (calcisticamente inteso), dunque, un assistente può dirigere fino a 25-30 partite, portando il totale stagionale a una cifra lorda tra i 35.000 e i 42.000 euro solo per le gare.

Fisso annuale e bonus extra

Oltre al gettone per partita, ai guardalinee viene riconosciuto un compenso fisso annuale, il cui importo dipende da anzianità, categoria e status internazionale:

  • 7.000 euro per chi è al primo anno in Serie A
  • 10.000 euro per chi ha meno di 50 presenze
  • 20.000 euro per chi supera le 50 partite
  • 27.000 euro per gli assistenti internazionali o ex internazionali

In alcuni casi, inoltre, possono essere previsti bonus per designazioni importanti, come finali di Coppa Italia, partite significative o partecipazioni alle coppe europee.

Gli assistenti arbitrali ricevono anche rimborsi per viaggio, vitto e alloggio, gestiti direttamente dall’AIA. Vengono coperti i costi per spostamenti in treno, aereo o auto, oltre al soggiorno in hotel selezionati dalla FIGC. Ciò permette agli assistenti di partecipare alle partite senza dover sostenere spese personali.

Chi paga i guardalinee di Serie A?

Gli stipendi dei guardalinee non sono pagati direttamente dai club, bensì dall’Associazione Italiana Arbitri (AIA), che fa parte della FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio). I fondi provengono dalle casse federali, alimentate anche dai diritti TV e dagli accordi commerciali della Serie A. Il pagamento avviene tramite bonifico e dietro presentazione di documentazione dettagliata.

Carriera: come si diventa assistente in Serie A

Il percorso per diventare assistente arbitrale in Serie A è lungo e meritocratico. Si parte dalle categorie dilettantistiche, passando poi per la Serie D, la Lega Pro (oggi Serie C), la Serie B e infine la Serie A. L’accesso ai ruoli nazionali richiede anni di esperienza, valutazioni continue, superamento di test fisici e teorici.

Un assistente viene valutato ad ogni partita dagli osservatori e solo i migliori raggiungono la massima categoria. In media ci vogliono 8-10 anni per arrivare alla Serie A. L’età limite per la permanenza nel ruolo è di 45 anni, salvo deroghe per casi eccezionali.

Contratti e inquadramento fiscale

Gli assistenti arbitrali non sono dipendenti a tempo pieno ma collaboratori sportivi. Non esiste un contratto di lavoro in senso classico, tuttavia c’è un accordo regolamentato dall’AIA. Gli importi percepiti vengono dichiarati nel modello fiscale dei redditi, con regimi agevolati fino a una certa soglia.

Con le nuove normative sul lavoro sportivo, in vigore dal 2023, anche per i guardalinee sono previste tutele previdenziali e contributive, pur rimanendo al di fuori del contratto collettivo nazionale.

Quanto guadagna un guardalinee di Serie B?

Scendendo di categoria i compensi si riducono sensibilmente. In Serie B un assistente percepisce circa 700 euro a partita, con un fisso annuale che difficilmente supera i 5.000 euro. In alcuni casi gli arbitri o gli assistenti possono essere designati sia per la Serie A che per la B, migliorando il totale annuale percepito.

Anche i rimborsi spese vengono gestiti dall’AIA, però con un budget inferiore rispetto alla Serie A. Va detto che i guardalinee di Serie B spesso hanno un altro lavoro principale.

Il confronto con l’estero: Premier League, Bundesliga, Liga

Il ruolo dell’assistente arbitrale è ben retribuito anche nei principali campionati europei, spesso meglio che in Italia. Vediamo alcuni confronti.

Premier League (Inghilterra)

  • Compenso per partita: 1.400 – 1.600 euro
  • Fisso annuale: 45.000 – 50.000 euro
  • Status: professionisti a tempo pieno

Bundesliga (Germania)

  • Arbitri: 5.000 euro a partita
  • Assistenti: circa 2.500 euro a gara
  • Fisso annuale: 20.000 – 30.000 euro

Liga (Spagna)

  • Arbitri: 6.000 euro a partita
  • Assistenti: tra 1.500 e 2.000 euro a gara
  • Fisso annuale: 12.000 – 25.000 euro

Rispetto a questi dati, quanto guadagna un guardalinee di Serie A risulta mediamente inferiore, soprattutto nel fisso annuale, che in alcuni Paesi europei raggiunge livelli da professionisti full-time.

Var e ruoli alternativi

Un guardalinee esperto può essere designato anche come AVAR o VAR assistant, soprattutto in Serie A e nelle competizioni UEFA. Il compenso in questi casi varia notevomente.

  • VAR: 1.500 euro a partita
  • AVAR: 1.000 euro a partita

Queste cifre possono sommarsi ai guadagni regolari, permettendo ai migliori di superare i 50.000 euro l’anno.

Una figura importante per il corretto svolgimento della partita

Il ruolo del guardalinee in Serie A è sempre più specializzato e professionalizzato, con compensi che, pur essendo elevati rispetto alla media nazionale, non raggiungono quelli dei colleghi di Premier League o Bundesliga. Tuttavia la possibilità di partecipare a competizioni internazionali, la stabilità data dalla FIGC e la crescita professionale lo rendono un percorso ambito da molti giovani arbitri.

In un contesto dove la precisione e la responsabilità sono sempre più richieste (basti pensare all’interazione con il VAR e alle nuove tecnologie), il guardalinee è ben più di un semplice collaboratore in campo.

Quanto guadagna un guardalinee di Serie A dipende da variabili importanti ma resta uno dei ruoli più stabili e remunerati tra le figure arbitrali italiane.