Quanto guadagna allenatore Serie C

Sapere quanto guadagna un allenatore di Serie C è molto interessante. Nel calcio di Lega Pro, infatti, la figura del mister è al centro di una sfida continua: da un lato c’è la pressione di una piazza affamata di promozione in Serie B, dall’altro c’è il rigore dei bilanci societari.
Ogni decisione tattica, ogni seduta di allenamento e ogni conferenza stampa diventano quindi i tasselli di un mosaico dove il valore economico del tecnico rispecchia la complessità del sistema.
In questo approfondimento scopriremo quanto guadagna realmente chi guida una squadra di Serie C, analizzando minimi contrattuali, netti in tasca, paragoni con categorie superiori e scenari futuri legati alle nuove normative economiche.
Cifre e vincoli dei minimi 2024/25
Il Contratto Collettivo AIC-Lega Pro per la stagione sportiva 2024/2025 definisce i compensi lordi annui minimi per il personale tecnico delle prime squadre e dello staff di settore giovani. Nell’elenco qui sotto esaminiamo dettagliatamente i valori ufficiali.
- Allenatore prima squadra: € 28.072 lordi
- Allenatore in seconda: € 15.721 lordi
- Responsabile squadra Primavera: € 14.217 lordi
- Allenatore dei portieri: € 14.951 lordi
- Responsabile settore giovanile: € 17.806 lordi
- Preparatore atletico (Prima squadra): € 14.951 lordi
- Preparatore atletico (Primavera): € 11.848 lordi
Rispetto alla stagione 2023/2024, dunque, il minimo per il capo-allenatore è cresciuto di circa il 2% (da € 27.521,31 lordi) grazie all’indicizzazione dei parametri retributivi. Gli importi sono vincolanti per le società affiliate alla Lega Pro e rappresentano la base di ogni trattativa precedente all’ingaggio vero e proprio.
Netto in tasca tra aliquote fiscali e contributi
Trasformare il lordo in valore netto significa fare i conti con l’aliquota fiscale IRPEF, i contributi previdenziali e assistenziali. Se è vero che all’estero sono presenti condizioni spesso più vantaggiose (anche nelle categorie inferiori), occorre fare una panoramica precisa della situazione italiana.
- IRPEF media: 23-43% a seconda dello scaglione di reddito
- Ritenute previdenziali (INPS sportivo): circa il 10% del lordo
- Fondo indennità fine carriera: 1,25% a carico tecnico + 6,25% a carico società (totale 7,50%)
Applicando una decurtazione complessiva del 30-35%, un allenatore di Serie C con contratto minimo da € 28.072 lordi si porta a casa un netto annuo stimato tra € 18.000 e € 19.600. Se invece, per via di benefit o bonus promozione, il contratto lievita a € 40.000 lordi, il netto sale a circa € 26.000/€ 28.000.
Il divario economico che separa la Serie C dal campionato cadetto e dalla Serie A
Conoscere quanto guadagna un allenatore di Serie C è utile anche come termine di paragone nei tre livelli più alti del calcio italiano. Per capire la portata del gap retributivo, ecco il confronto tra i minimi lordi annui previsti per il mister.
- Serie C: € 28.072 lordi
- Serie B (23/24): € 31.364 lordi (+12% rispetto alla Serie C)
- Serie A (24/25): da € 3.000.000 a € 13.000.000 lordi (+10.580%; +46.340% rispetto alla Serie C)
Nella stagione 2023/24 il minimo per la Serie B era fissato a € 31.364,13 lordi, mentre in Serie A i top coach come Massimiliano Allegri hanno incassato fino a € 12,95 milioni lordi a stagione, con una media tra € 3 e 7 milioni per le società di fascia media.
Salary Cap in arrivo: la rivoluzione della sostenibilità
A partire dalla stagione 2025/2026 la Lega Pro introdurrà in via sperimentale un Salary Cap per contenere la spesa complessiva degli ingaggi. Il tetto riguarderà la somma inerente a:
- Compensi allenatore e staff tecnico
- Stipendi dei calciatori della prima squadra
- Premi di performance e bonus
Le prime bozze prevedono un limite di spesa pari al 35% del fatturato netto di ciascun club, con sanzioni per chi supera la soglia. L’obiettivo è livellare il campionato anche dal punto di vista delle retribuzioni.
Questa misura, finalizzata soprattutto a evitare default societari, modificherà profondamente le dinamiche di mercato. Per gli allenatori di Serie C significa che le trattative saranno vincolate non solo ai parametri contrattuali minimi, ma anche alle politiche strategiche di contenimento dei costi.
I superstipendi extra-contratto da Grosso a Corini
Nonostante i minimi stabiliti dal CCNL, alcuni tecnici di altissimo livello riescono a negoziare ingaggi ben superiori. Facciamo tre esempi che restituiscono uno scenario piuttosto chiaro.
- Fabio Grosso (Bari, 2022-2023): contratto da € 70.000 lordi stagionali, per effetto del valore simbolico dell’ex campione del Mondo 2006.
- Eugenio Corini (Palermo, 2023): ingaggio stimato a € 80.000 lordi, con bonus legati a promozioni playoff.
- Dario D’Angelo (Catanzaro, 2019-2021): circa € 50.000 lordi a stagione, includendo incentivi per la performance della squadra.
Questi casi, pur non rappresentando la norma, dimostrano inequivocabilmente che carisma, curriculum e appeal mediatico possano spostare verso l’alto il valore di mercato di un allenatore anche nella terza serie professionistica del calcio italiano.
Spesso i contratti di Serie C includono bonus legati agli obiettivi da raggiungere. Vediamo quali sono gli extra inseriti comunemente nelle intese (e l’entità media dell’incentivo).
- Promozione in Serie B: premi fino a € 15.000 lordi
- Vittoria della Coppa Italia Serie C: € 5.000-10.000
- Qualificazione playoff: bonus di € 3.000-5.000
- Serie positiva (5 vittorie consecutive): € 1.500 a tranche
Gli incentivi contribuiscono a monetizzare l’efficacia tattica del tecnico e a premiare i risultati sul campo, allineando gli interessi di squadra e società. Il sistema è praticamente analogo a quello adottato in Serie A. Cambiano però le cifre, in maniera abbastanza evidente.
Indennità fine carriera: un investimento obbligatorio
Il Fondo Indennità Fine Carriera, istituito per tutelare gli allenatori al termine del mandato, prevede un versamento complessivo pari al 7,50% del compenso lordo (6,25% a carico societario + 1,25% a carico tecnico), calcolato su ogni retribuzione mensile fino al massimale di € 9.970,83.
Questa formula di garanzia previdenziale assicura un “tesoretto” che verrà erogato al termine del rapporto di lavoro, rappresentando sia un onere per le società sia un salvagente economico per il professionista.
Purtroppo la carriera di calciatori e allenatori può essere anche molto breve. Pensare al futuro previdenziale diventa un imperativo categorico per la lega.
L’equilibrio fragile nei bilanci dei club e la sostenibilità
Il peso degli ingaggi tecnici incide mediamente per il 3-5% del budget complessivo di una società di Serie C (fatturato che varia da € 1,2 a 2 milioni annui). La gestione oculata passa attraverso:
- Pianificazione pluriennale: programmare la riconferma o il cambio allenatore in base a obiettivi di medio termine
- Flessibilità contrattuale: inserire clausole di rescissione ridotte per evitare costi eccessivi in caso di esonero precoce
- Collaborazioni con sponsor: destinare parte dei proventi commerciali al budget tecnico
Solo una gestione finanziaria attenta può garantire stabilità e competitività, senza rinunciare all’ambizione di centrare i playoff o la promozione in B.
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